La mia prima discriminazione…
L’avevo invocata, non ha tardato ad arrivare… ecco finalmente la mia prima discriminazione.
Sono contattato da una cooperativa senza fini di lucro che lavora a progetti di inclusione per i detenuti di un carcere. Mi si chiede la docenza di un corso professionalizzante per dare una prospettiva di lavoro ai carcerati, in vista di consistenti commesse da parte di un ente pubblico.
Partecipo alla definizione del programma del corso, il mio nome viene sottoposto insieme a quello di altri docenti all’attenzione della direzione del carcere, la quale non autorizza il mio ingresso nella struttura visti i miei precedenti penali (obiettore totale “ghandiano” condannato a 4 mesi di reclusione).
A me la questione sembra paradossale… vengo discriminato professionalmente (escluso) in quanto pregiudicato, proprio nel momento in cui vorrei aiutare dei pregiudicati (detenuti per reati senz’altro più gravi) ad essere “inclusi” nel mondo del lavoro.
La morale allucinante è questa: finché sei in carcere, qualcuno ti aiuta. Appena esci, lo stesso ti punisce. Un pregiudicato in carcere ci può entrare solo con le manette ai polsi… altrimenti è pericoloso (per la società?). Fuori può anche candidarsi al Parlamento, o addirittura seminare le sue idee eversive scrivendo ai giornali.
Mammamia… Hammamet!
:DTM. aka Daniele Gubert