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    La nuova autonomia nasce dai cittadini

    di il 26/04/2011 in Ambiente, Comunità con Nessun commento

    Dalla presidenza della Comunità di Primiero arrivano infine – seppur timidi – segnali di approccio alla questione della governance di ACSM Spa, l’azienda municipalizzata dei comuni di qui che in 110 anni di storia è evoluta in un gruppo da quasi 90 milioni di Euro (attivo consolidato 2009), allargandosi arrembantemente nelle vallate limitrofe del Trentino e del Veneto e proiettandosi anche in discutibili investimenti all’estero.

    Il nodo della competenza sui servizi pubblici locali, comprese la produzione e distribuzione di energia elettrica – che i consigli comunali nel 2009 hanno deliberato “facenti parte delle finalità istituzionali del Comune” – arriva dunque al pettine dell’attuazione della riforma istituzionale:  cosa può dire la Comunità ai comuni sulla missione, la visione le strategie… se questa non possiede nemmeno una singola quota del capitale della società per azioni, e non è pertanto rappresentata nell’assemblea dei soci né tantomeno nel CdA?

    Con l’escamotage dei sovracanoni BIM ingenti risorse (a milionate) sono state sottratte ai dividendi municipali e fatte confluire nei bilanci delle Comunità rivierasche, ma la vera questione rimane quella dell’assetto proprietario e dell’orientamento strategico:  è giusto che la “nostra” ACSM continui a rappresentare un giocattolo finanziario nelle mani dei sindaci e che la missione aziendale si riduca nei fatti a quella di “cash cow” da abbeverare con tutte le residue risorse naturali del territorio?

    Da diverse stagioni ormai – quelle delle liberalizzazioni nazionali come quelle delle sovietizzazioni in salsa trentina – predichiamo il ripristino di un maggiore controllo democratico sull’utilizzo delle risorse ambientali e dei proventi del loro legittimo e ragionevole sfruttamento, proponendo la trasformazione sociale di ACSM Spa in public company, a reale beneficio dei cittadini e delle loro finalmente autorevoli e condivise visioni di futuro.  Una quota e un voto ad ogni residente, un onere e un onore per ciascuno.

    Mentre ad altre latitudini si avviano processi di forte impulso alle energie rinnovabili, vissuti dal basso come forme di riappropriazione dei mezzi di produzione, strumenti di consolidamento di comunità e strategie di sviluppo sostenibile in vista del Picco del petrolio (Transition Towns), noi si rimane incastrati in logiche di tipo top-down:  dall’alto si cala un progetto “Oil Free Zone” che maschera nuove aggressioni ai beni ambientali con iniziative di presunto marketing turistico e false indulgenze carboniche, senza responsabilizzare un centimetro di più gli utenti rispetto alle proprie pratiche di consumo ed alla sostenibilità del proprio stile di vita.  E senza nemmeno dare il buon esempio, viste le cilindrate dei mezzi (a petrolio) usati dagli strapagati consiglieri di amministrazione.

    Dall’alto si fanno ipotesi di sfruttamento idroelettrico degli ultimissimi tratti vivacemente vivi di torrente alpino, dall’alto si fanno impianti di teleriscaldamento che assorbono il 100% della contribuzione pubblica dimensionati oltre la capacità (e senza garanzie di utilizzo) della biomassa legnosa locale, dall’alto si vuole imporre un biodigestore che invece che dare l’indipendenza energetica a qualche azienda agricola modello servirà a produrre maggiore entropia.  Pregando Iddio che le contaminazioni chimiche o batteriologiche dei cibi esotici che giungono sulle tavole turistiche non si propaghino nella locale filiera del latte attraverso il rifiuto umido sparso sui pascoli.  Dall’alto bisogna fare tutto più grande, altrimenti non si vede dal satellite (o non ci si guadagna)!

    Dal basso si lavora sulla consapevolezza dei propri bisogni e dei propri consumi, si tessono reti sociali, si sperimentano tecnologie innovative e a basso impatto, si promuove l’auto organizzazione, si aumenta la resilienza della propria comunità.  Magari riscoprendo la coltivazione degli orti, potabilizzando l’acqua senza il cloro, facendo un gruppo d’acquisto per i pannelli fotovoltaici, attivando il riuso di oggetti che altrimenti diverrebbero rifiuti, condividendo mezzi di trasporto…

    Il ruolo di un’azienda municipalizzata radicata sul territorio e ad esso rivolta dovrebbe essere quello di facilitare queste esperienze, di agevolare il miglioramento della qualità della vita dei residenti, di cooperare e interagire con essi più che inseguire performance finanziarie per dealer di consenso elettorale.

    Tra il 2011 e il 2012 il mercato dell’auto vedrà l’arrivo di una più completa gamma di veicoli elettrici, che sono diventati economicamente più accessibili e prestazionali: perché ACSM, produttore esclusivo di energia pulita da fonte rinnovabile, non investe su una rete di pensiline (solari) e colonnine di ricarica, incentivando indirettamente la domanda dei cittadini?  Bisogna per forza togliere acqua a 3Km di torrente Vanoi o portare avanti e indietro i liquami zootecnici dalle stalle ad un maxireattore (il digestato perde ben poca massa) per liberare le nostre popolazioni inermi dalla schiavitù del petrolio?

    Abbiamo la sensazione che la ricca e matura autonomia della provincia di Trento, appesantita da soggetti monopolistici (anche cooperativi, sigh…) e ubique società per azioni, non regga il passo dei nuovi entusiastici esperimenti di autonomia, non solo energetica, che vediamo germogliare dove la mancanza di mezzi stimola l’innovazione e la fantasia…

     

    Daniele Gubert
    La mia Valle nel Cuore – Primiero

    Sull'autore

    Sull'autore: Visionario irrequieto, spacciatore di tecnologie, ideatore di sinapsi. Sregolatamente rigoroso, kurioso, creativo eclettico indolente brillante-a-tratti. Indulgente indocile, rompicojoni deluxe, disincantato solo se necessario. Politico da strapazzo perché incapace di menzogna. [1972 - ] .

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