San Martino – Rolle, nuovo pericoloso atto di forza
La lunga agonia del c.d. “Protocollo di Intesa” per la realizzazione di un sistema complessivo di messa in rete delle aree sciistiche di San Martino di Castrozza e Passo Rolle, artificialmente protratta tra l’irresponsabilità di qualche esponente politico e la frustrazione di più di un operatore, rischia di mettere a repentaglio la tenuta di tutto il sistema – turistico, economico, sociale della Valle di Primiero.
La risposta del settore privato agli impegni presi per suo conto dai capibastone che a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo vogliono piantare un’assurda funivia in fregio ai laghetti di Colbricón è stata stroncante, così come la deliberazione del Consiglio comunale di Fiera di Primiero che ha negato la sottoscrizione di quote a favore della boccheggiante società su cui si è voluto strumentalmente caricare il progetto.
Di tutto ciò i “pezzi da novanta” locali non vogliono prendere atto, anzi si preparano a mettere sul tavolo (verde) tutte le rimanenti risorse della Comunità, abusandone in modo indegno senza che ne ricorrano reali e urgenti necessità collettive. Non si è infatti di fronte ad una calamità naturale o ad una crisi senza ritorno, per le quali potrebbe essere necessario “costringere” i cittadini a rimboccarsi le maniche… ormai si tratta di un capriccio inseguito disperatamente da menti malate di protagonismo che hanno perso il contatto con la realtà. Bastano un paio di milioni di Euro per affrontare l’emergenza, ma i nostri vogliono insistere – con la strategia di una coercizione subdola – a movimentarne dieci, quindici volte tanto diffondendo note profetiche degne del pifferaio di Hamelin.
Il risultato è che saranno i cittadini della Comunità di Primiero a pagare per questo scempio… senza mai essere stati consultati! Per finanziare il “Collegamento” basterà infatti accendere la luce di casa (ACSM Spa – fideiussione da 1 Mln e impegni per 0,35 Mln), utilizzare il conto corrente bancario (Cassa Rurale Valli di Primiero e Vanoi – 0,75 Mln), fare la spesa al supermercato (Famiglie Cooperative e Caseificio di Primiero), pagare le tasse comunali (Comuni di Primiero – 3 e più Mln), pagare le tasse provinciali e statali (PAT via Trentino Sviluppo e fondi ai Comuni – 10 Mln), servirsi di un artigiano o di un esercente locale (che dovrà rifarsi del “pizzo” pressantemente richiestogli dalla cupola).
Mancava solo che venisse fatta la cresta sulle prestazioni sanitarie e assistenziali… poi magia magia, ecco forse raggiunto il budget: occupando con truppe cammellate l’Azienda per il Turismo e spremendone il succo i giochi saranno fatti. Tutti dentro, muoia Sansone con tutti i Filistei!
Le risorse ambientali e sociali della Comunità non possono essere considerate alla stregua di assetti “usa e getta” o giocattoli finanziari a servizio di potentati transitori amanti del gioco d’azzardo… e poi buttate in pasto ad aguzzini vaticinanti sorti cupe e agghiaccianti (dopo di loro, il diluvio). Esse andrebbero investite con criteri etici e condivisi, razionalizzando l’esistente e raccogliendo le sfide del cambiamento in atto: solo in Trentino ci possiamo concedere il lusso di mantenere con soldi pubblici numero sei società impiantistiche concorrenti in un comprensorio sciistico medio-piccolo come quello di San Martino di Castrozza e Passo Rolle.
Viene da chiedersi a questo punto se le realtà economiche mutualistiche che tanto hanno contribuito, nell’ultimo secolo di storia, al soddisfacimento di bisogni primari ed allo sviluppo delle Valli di Primiero e Vanoi, manifestando oggi segni di assoluta sudditanza alla piccola politica locale e allontanandosi palesemente dai propri fini istitutivi (altresì dal proprio oggetto sociale), siano ancora adatte a rappresentare il volano di una società proiettata verso il futuro.
E se non sia giunto il tempo di una “rifondazione cooperativa” dei rapporti economici locali, scremando ciò che è bieco business da forme di impegno e relazione sociale che altrove stanno trovando sbocchi innovativi: si pensi alla gestione diretta delle fonti di energia rinnovabile da parte degli utenti (e non dei Comuni e delle loro arrembanti Società per Azioni), ai gruppi di acquisto solidale per la democrazia economica, a nuove forme di credito non impantanate nel vecchio regime speculativo.
Superando il boicottaggio e costruendo un antagonismo rilevante, espressione del “bisogno individuale di socializzare le scelte critiche fatte nella vita quotidiana”.
Daniele Gubert